Ritrovarsi con il conto corrente bloccato senza preavviso è un incubo nel quale, purtroppo, molti di noi possono ritrovarsi da un giorno all’altro: ecco perché.
Ti svegli una mattina, provi a prelevare dal bancomat e scopri che il tuo conto è bloccato. Il denaro è ancora lì, ma non puoi più utilizzarlo. Il pignoramento del conto corrente è una procedura che scatta con una rapidità impressionante, lasciando il debitore spesso senza via di scampo. Se credete che si tratti di una misura estrema riservata solo a grandi evasori o insolventi cronici, sappiate che la realtà è ben diversa. Anche un debito di poche migliaia di euro può portare a questa situazione critica.

Dal 2025, le nuove normative hanno reso ancora più veloce il procdimento: il tempo per saldare un debito prima che scatti il pignoramento si è ridotto da 180 a soli 60 giorni. Questo cambiamento, mirato a facilitare la riscossione di imposte locali come Imu e Tari, ha reso la vita più difficile ai cittadini in difficoltà economica. Ma come funziona esattamento il pignoramento, e chi lo può avviare? Ecco tutto quel che c’è da sapere.
Tutte le novità sul pignoramento: i consigli da seguire per tutelarsi
Il pignoramento del conto corrente è un’azione esecutiva che impedisce al debitore di disporre del proprio denaro, destinandolo al creditore. La procedura viene attivata attraverso una notifica alla banca, che ha l’obbligo di bloccare immediatamente le somme necessarie per saldare il debito. A seconda della situazione, possono essere pignorati anche conti cointestati o stipendi accreditati successivamente al blocco.

L’Agenzia delle Entrate può avviare il pignoramento per debiti fiscali superiori a 5.000 euro senza passare dal giudice. Altri creditori, come banche, finanziarie o privati, devono invece ottenere un titolo esecutivo, come una sentenza o un decreto ingiuntivo. Una volta notificato il pignoramento, la banca non può avvisare il cliente in anticipo: l’obiettivo della legge è evitare che il debitore svuoti il conto prima del blocco. Se il conto è vuoto al momento del pignoramento, la banca dovrà prelevare le somme accreditate successivamente. Tuttavia, esistono alcune somme impignorabili, come le pensioni di invalidità e gli assegni di accompagnamento per disabili.
Difendersi è difficile, ma non impossibile. Chi subisce un pignoramento ha sicuramente poche opzioni per limitare il danno. La prima è richiedere una rateizzazione del debito: pagando la prima rata, il conto può essere sbloccato. Se il pignoramento è stato eseguito in modo errato, si può presentare opposizione al giudice, ma i tempi non sono immediati e nel frattempo il denaro resta bloccato.
Per evitare di ritrovarsi in questa situazione, la soluzione migliore è la prevenzione: accordarsi con il creditore prima che scatti il pignoramento o valutare strategie di protezione del proprio denaro. Una cosa è certa: il rischio è concreto e chiunque potrebbe trovarsi, da un giorno all’altro, con il conto congelato e senza possibilità di prelevare neanche un euro.